lunedì 27 agosto 2007

Scuola pubblica: perchè snobbarla?

Cari amici/amiche,
vorrei iniziare questo mio blog ponendo alla vostra attenzione un problema oramai diventato paradossale.
Come ben sapete in Italia come in molti altri paesi il sistema scolastico è diviso tra il pubblico e il privato, sono anche a voi note le differenze, almeno nelle infrastrutture che contraddistinguono i due sistemi, scuole sporche e pericolanti da un lato e scuole attrezzate e, almeno da un punto di vista strutturale, solide.
Queste differenze sono ben note a tutti, come è ben noto il fatto che, per entrare in una scuola privata bisogna sborsare fior di quattrini. Quello di cui potete stupirvi, ma non troppo, è che lo Stato conferisce alle scuole private ingenti fondi e finanziamenti, con lo scopo di parificare il trattamento degli studenti delle scuole private a quello delle scuole pubbliche.
Tuttavia questo trattamento dovrebbe riguardare solo le fattispecie legali dei titoli conferiti e l'uniformità dei programmi, cosa regolabile facilmente con legge e senza l'ingente spreco di risorse finanziarie utili soltato ad allargare il buco nelle nostre finanze.
Tali finanziamenti non sono propriamente costituzionali inoltre, all'articolo 33 della nostra Costituzione infatti è stabilito:
Titolo II - Articolo 33 L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sulla istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E' prescritto un esame di Stato per la ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Come potete vedere, al 3° comma, si parla di "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato". Inoltre, al 4° comma, trattando di scuole paritarie, non parla in alcun modo di finanziamenti alle scuole private, anzi parla di "trattamento scolastico". Come si spiegano allora le parole del ministro della pubblica istruzione Fioroni al meeting di CL ha previsto un allargamento dei fondi erogati alle scuole private (fino ad ora solo asili, elementari e medie), anche ai licei?
Dall'altro lato della barricata, ovvero la scuola pubblica, sempre il ministro Fioroni, ha previsto un taglio del numero dei docenti che lavorano nelle scuole pubbliche, taglio che consisterà in 50mila posti di lavoro. Forse ho letto male l'articolo sul sito della Repubblica, di cui vi metterò un link e il testo originale al più presto, ma non mi sembra finora che si sia rispettata la clausola "senza oneri per lo Stato", e soprattutto senza tagli alla scuola pubblica.
Eccovi il link:
Non sempre tuttavia la scuola pubblica viene ignorata, il ministro delle infrastrutture Di Pietro annuncia, sul suo blog di aver firmato, lo scorso 24/08 un decreto interministeriale per sbolccare fondi per 215 milioni di euro per finanziare 800 interventi di ristruturazione e messa in sicurezza di scuole pubbliche, cercherò anche qui di mettere l'articolo sul blog e intanto vi lascio il link:
Detto questo spero di trovare in voi smentite, vorrei anche sapere se siete a conoscenza dell'ammontare dei finanziamenti pubblici alle scuole private, dato che io non sono riuscito a trovare alcuna fonte in merito. Si è veramente in un paese civile che protegge i cittadini un paese che invece di livellare le disuguaglianze, come dovrebbe visto che glielo impone l'articolo 3 della nostra Costituzione, le accentua?
Vi lascio con queste riflessioni, aspettando numerosi i vostri commenti.
Articolo 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

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