mercoledì 29 agosto 2007

Firenze e i lavavetri

Cari amici/amiche,
Ieri il comune di Firenze ha dato esecuzione ad un'ordinanza, presentata dall'assessore alla Sicurezza e alla vivibilità urbana, Graziano Cioni, che consiste nell'applicazione dell'articolo 650 del codice penale alla situazione dei lavavetri in particolare:
Art. 650 c.p. Inosservanza dei provvedimenti dell'Autorità Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o d'igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a lire quattrocentomila.
Infatti l'attività dei lavavetri, divenuta oramai insostenibile nelle più grandi città Italiane (e Roma non ne è esente ahimè) può risultare pericolosa sia per il disperato, sia per automobilisti e motociclisti, a causa del blocco temporaneo e su di una parte della strada della circolazione in un momento in cui il semaforo è verde.
Secondo l'assessore, tale provvedimento costituirebbe "una risposta all'arroganza, all'aggressione che molti lavavetri mettono in atto nei confronti degli automobilisti che non gli danno quanto loro vorrebbero".
Il problema c'è, e questa è una soluzione presentata, forse non la migliore, ma è una proposta di risoluzione dopo anni di inattività di giunte comunali impegnate a fare altro.
C'è chi già chiede normative nazionali, come il sindaco di Roma, che, in un'intervista, ha affermato:"Ci vuole un'armonizzazione delle norme nazionali - dice il primo cittadino romano - Bisogna anche considerare che spesso dietro il fenomeno dei lavavetri c'è uno sfruttamento del lavoro minorile, qui, come per lo sfruttamento della prostituzione c'è un racket ed è quello che bisogna colpire".
Come lui il prefetto di Roma, Achille Serra, chiede che il problema venga affrontato a livello nazionale.
Il problema comunque è più grande e non si ferma davanti ad un semaforo, è una lotta tra chi si vuole integrare e vivere la sua vita sentendosi a casa, pur mantendendo le sue tradizioni come è giusto che sia, e chi sceglie, liberamente i più, costretti gli altri, di spremere il paese ospitante come una vacca, sfruttando minori e donne, organizzandosi con finalità criminali, aiutati ahimè, dai "padroni di casa" locali.
Sicuramente il primo passo è quello dell'integrazione, anche culturale, bisognerebbe poi vietare certe attività, specie se operate da minori, che nascondono dietro la facciata della miseria e della povertà problemi ben più gravi. Bisogna scoraggiare tali attività, non solo con le forze di polizia, ma anche con l'assistenza sociale e con il comportamento della gente, che dovrebbe evitare di alimentare in primo luogo questo "negozio". E' necessario che il semaforo su questo tipo di attività diventi rosso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oddio, che ora sia un problema di così ingente e terrificante urgenza il fatto che esistano delle persone che lavano il vetro delle macchine al semaforo, mi sembra lievemente esagerato.
E' chiaro che questi individui vivono situazioni difficilissime e spesso sono sfruttati.
Ma credo che al momento in questo paese abbiamo problemi di interesse sicuramente maggiore (vedere il piccolo problema delle pensioni, la casa, il lavoro precario per esempio, oltre che il redivivo costo dell'istruzione media), ed infilare nel dibattito politico la "Questione Lavavetri" a me appare come la solita ventata di fumo negli occhi.
In un paese normale, governate da persone assennate, questo problema sarebbe stato affrontato e risolto quando si è presentato per la prima volta, non quando ne parlano i Mass Media...

IMHO. ^^

Giv - Roma ha detto...

Hai ragione, non è assolutamente la questione più urgente su cui lavorare, ma in un discorso generale di rispetto della legalità possiamo prendere questa singola questione come esempio classico della realtà italiana, realtà in cui si gioca a scarica barile su chi deve regolare che cosa e si evita di applicare le norme generali, finendo poi nel non regolare affatto.